martedì 13 dicembre 2011

Oltre confine!



Una tappa caratterizzata dalla linea psicologica del confine, da raggiungere e superare, per inoltrarsi in un nuovo territorio, un nuovo stato, per sentirsi all’estero.
Questi viaggi non iniziano nel momento in cui accendo la vespa ma hanno inizio alcuni giorni prima con tutta la fase organizzativa (a dire il vero la parte logistica, rappresentata in gran parte dai voli A/R e dalla ricerca di un alloggio per la vespa e per me, ha inizio molto prima, normalmente già alcuni giorni dopo il rientro).

9 Dicembre

Questo viaggio ha inizio in notte inoltrata, veglia alle 04,15 di venerdì 9 dicembre. Il volo per essere economico non può che essere in un orario assurdo. Oggi viaggio con bagaglio a mano più uno imbarcato (ciò nonostante ho speso pochissimo, non mancherò più in là di riportare in dettaglio i costi del viaggio), ho con me tutti i pezzi di ricambio (marmitta, ricambi carburatore, 2°carburatore), attrezzi, qualche vestito e un po’ di regali.
Fortunatamente a Roma non piove e non fa freddo, raggiungo Ciampino in moto per praticità. Parcheggio super affollato ma un buco per la moto si trova. Subito al banco per imbarcare il bagaglio e poi mega fila per il controllo di sicurezza (la cosa non mi stressa, sono in Viaggio e poi ho con me cuffiette, musica ed un nuovo libro da leggere o chissà l’idea per un viaggio: Algeri-Citta del Capo in autobus). Comunque dopo un po’, visto che la fila è mega, ci fanno passare senza fare la coda.
Ieri sera avrei dovuto avvertire l’amico di Genova circa i miei spostamenti, comunicandogli gli orari, ma l’ho dimenticato. Arrivato a Genova in perfetto orario, invio un sms a Michele, siamo rimasti d’accordo che mi avrebbe lasciato la vespa per strada così avrei evitato di disturbare ulteriormente. Tempo un ora e sono sotto casa sua, la vespa è già pronta per la cura. Durante il viaggio per Genova c’era stato un grossissimo problema al carburatore, che ad oggi (anche con l’aiuto degli amici del forum di VR) non siamo riusciti a comprendere. Inoltre anche la marmitta aveva iniziato ad avere problemi, ero dovuto intervenire creando dei buchi ulteriori per permettere ai gas di scarico di fuoriuscire liberamente, danneggiando irrimediabilmente la marmitta. Il parcheggio dei motorini nella piccola piazzetta è abbastanza libero, mi cambio, indosso i guanti da lavoro, preparo gli attrezzi ed i pezzi, ed inizio ad operare.



Via la sella e il serbatoio, via le ruote di scorta e posteriore, via la cuffia, stendo il mezzo a terra avendo cura di proteggere carrozzeria e leva di accensione e smonto la marmitta. Ne approfitto per ripulire un minimo i collettori di scarico, inoltre smonto la testata per pulire anche la testata e la testa del pistone, cambio anche le guarnizioni di scarico. Cambio marmitta terminato. 



Ora è il momento del carburatore. Lo smonto completamente e poi passo al collettore di aspirazione, cambio la guarnizione, ho sempre avuto l’impressione di perdite (stupidamente non ho controllato a dovere il collettore). Poi passo al carburatore, l’idea di massima è che i problemi riscontrati non possano avere che un'unica causa, perdita di benzina/ingolfamento=mancato funzionamento della coppia galleggiante-spillo. Cos’altro potrebbe danneggiarsi in un carburatore così semplice come il 16:10? Ovviamente non mi fido delle mie deduzioni e quindi ho con me un secondo carburatore è un 16:12. Tempo pochi minuti, ed anche il carburatore è sistemato. 



Prima di rimontare definitivamente tutto eseguo una prova di accensione, tutto ok! Pausa caffè e rimonto tutto.
Prima di partire avevo messo in conto una sosta di 24 ore a Genova, infatti il resto della giornata lo dedicherò ad un “long-test range”, voglio percorrere una 50ina di km per essere sicuro che tutto funzioni a dovere.
Rimontata la vespa e ripulite le mani, sono pronto a partire, direzione Portofino (non ci arriverò!). Durante tutte le mie tappe (sino ad oggi) ho avuto fortuna con il meteo, ed anche oggi il tempo è discreto e non fa freddo (le temperature della Pianura sono molto lontane). Inizio ad uscire dalla città ed a percorrere la strada costiera, tiro la vespa, faccio lavorare il carburatore a tutte le andature. Noto che la velocità massima è diminuita, la punta massima è circa 56km/h (la vespa toccava tranquilla i 60km/h); ok la marmitta è nuova ci può stare.
Curve, curvette, salite, discese, un bel panorama, dei borghi molto carini… si però fa 56km/h cazzo! Un po’ mi scoccia, perché non tira come prima?
Dopo 20 km sono a Sori, sosta sulla spiaggia e chiacchierata con qualche amico. 



Vista l’ora decido di rientrare a Genova e fare un bel po’ di giri in città. Riparto, percorro la salita che mi porta sulla statale e noto che qualcosa non va, è scarburata, mi fermo al semaforo, guardo sotto….NOOOOOO!!! perdita di benzina dal vano carburatore. Scatta il verde, percorro 300 mt e mi fermo in un distributore, spengo la vespa ed eccola là, lisciatina di benzina come a Voghera. Mi sento malissimo! Però me ne sbatto ho con me il 2° carburatore. Tempo 20 minuti ed ho eseguito il lavoro (meno male che l’ho portato con me).
Ovviamente provo subito il mezzo e la velocità di punta, perfetta! 60-62 km/h, risponde bene. Però non sono tranquillo, comunque voglio fare km. Rientro a Genova e proco prima di arrivare…. 1000!!!!!!!!! Ho percorso mille km dalla mia partenza da San Lorenzo in Roma. A dirla tutta però non me ne accorgo, avevo in progetto di festeggiare il numero magico ma non ricordo il Kmetraggio il giorno della partenza e non ho con me i dati dei viaggi precedenti, inoltre non c’è nessuno a Roma a cui chiedere. Vado in giro per la città, devo fare km devo essere sicuro del lavoro. C’è un piccolo problemino, il 16:12 è della vespa V e l’anello che si inserisce nel collettore d’aspirazione è un po’ più lungo, ergo prende aria. Risolvo tagliando un guanto di lattice ed avvolgendolo ben bene in quei millimetro scoperti, non ho risolto del tutto ma va molto meglio.
Sino al tardo pomeriggio giro, giro, giro; ok va bene, domani si parte.


Serata con Michele, devo sdebitarmi per tutto quello che ha fatto per me, come minimo gli devo una pizza (non ci riuscirò!). 

 Giriamo per Genova e conosco altri vespisti, una piacevole serata in compagnia.

10 Dicembre
Arriva la mattina (o meglio la notte) la partenza è sul presto, devo percorrere tutta la riviera di ponente e non ho idea di quanto possa metterci. Sino al confine sono circa 160 km ma la strada non è certamente scorrevole. Per sicurezza ho allertato un amico a Ventimiglia in caso di problemi o lentezza mi fermerò da lui (non ce ne sarà bisogno).
L’uscita da Genova è semplice e poi non c’è traffico, la temperatura è buona, la vespa “spigne” come deve, passo velocemente la zona industriale ed in poco tempo raggiungo Savona. Passaggio in centro, foto davanti al castello e si riparte. 



Altra sosta a Vado Ligure, sulla banchina del porto industriale c’è ormeggiata una porta container quasi pronta alla partenza, è bellissima, colorata e gigantesca (o meglio grande) ed è proprio vicino alla statale; foto immancabile della vespa al cospetto del bisonte dei mari



La strada scorre, non c’è traffico ma non è particolarmente scorrevole. Sosta a Spotorno per un cappuccino e per appesantire un po’ l’abbigliamento, giusto per stare un po’ più caldini. Ancora un po’ di strada e sono a Noli, sosta doverosa dove visse Giordano Bruno, simpaticamente arso vivo dall’Inquisizione della Sacra Romana Chiesa in Campo dei Fori in Roma. Attraverso il centro, riconosco il porticato dove c’è la lapide e ci vado sotto con la vespa, parcheggio ed ovviamente scatto!



Un pensiero a Giordano Bruno, uno terribile per la Chiesa Romana e via. Ancora un po’ di strada e sono a Pietra Ligure, un tranquillo paesino della riviera di ponente meta di vacanze e soggiorni climatici, luogo dove vi ho passato un annetto e mezzo della mia vita adolescenziale (in ospedale ahi me!).



Giù sul pedale e si riparte, attraverso Borgio Verezzi ed il pensiero va a quest’estate quando d’improvviso al mio Land (nella discesa verso il Marocco) al momento di ripartire per macinare km, non si accesero più le luci, nessuna luce (ovviamente era già buio e dovevamo andare avanti ancora per qualche oretta, anche in macchina Gibilterra è maledettamente lontana e non si può perdere tempo).
Ancora un po’ e sono ad Imperia, la attraverso passando per il centro, sembra una città carina. Iniziano a vedersi i pannelli con i km per Ventimiglia, cavolo ci sono quasi, sono quasi al confine di Stato. Nel frattempo attraverso un po’ di luoghi con qualche significato: Marina degli Aregai (e penso al marina ed alle bellissime barche a vela presenti), San Remo (la canzonetta italiana ed il casinò, potrei tentare la fortuna e ripagarmi il viaggio, ma così vestito non mi farebbero avvicinare neanche alla porta d’ingresso), Ventimiglia (una nottata di 17 anni fa con un commilitone polacco, un Good Luck pronunciato col cuore).
Inizio a realizzare che sono quasi arrivato al confine e sono le 12,45, quindi troppo presto per fermarsi, avverto l’amico che mi attendeva e proseguo. A Latte sosta per il pranzo, ormai ci sono, sono molto rilassato. Chiamo qualche amico e qualche familiare, mi rilasso al parchetto, osservo chi va e chi viene dal confine che dista circa 3 km da qui. 



Poco meno di un ora e riparto, percorro la strada piano piano, voglio godermi questo piccolo traguardo. Scelgo di attraversare il confine attraversando il Ponte San Ludovico, il passaggio basso bordo mare.
C’è il sole, fa caldo, un bel mare, gente che prende il sole, diversi camper parcheggiati nel piazzale e il vespino posto davanti al cartello FRANCIA!!!!!!



Il pensiero va subito a Tony Rucola ed ai racconti di qualche sera prima, gli invio un sms a cui risponde a suo volta con un sms molto gentile ed incoraggiante.
Mi godo un pochino la “vetta” ed il sole, scatto foto e riparto, c’è ancora tanta strada sino a Aix. Seguendo la costa supero Menton, salgo sopra cap martin e riscendo verso Monaco; voglio vedere le strade del GP, quindi decido di entrare nel piccolo stato, anche per aggiungere un altro stato toccato dal vespino. All’ingresso di Monaco foto di rito, c’è un gendarme ma non mi caga quindi scatto la foto alla vespa sotto all’insegna di stato.



Risalgo in vespa ed accendo ed ovviamente mi ferma: Dove sto andando? Da dove arrivo? Ho intenzione di entrare dentro Monaco? Sosterò o passerò e basta? Rispondo in un mix di francese ed inglese e gli racconto brevemente del viaggio, in fine mi chiede dove arriverò questa sera, rispondo che punto direttamente su Aix e che mi fermerò quando sarò stanco. In fine chiedo indicazioni se prendere la strada a monte o a valle. Vado verso il mare (strada a valle), inizio a cercare qualcosa che mi ricordi il GP, mi incasino, non riesco ad orientarmi fra tornanti e tunnel. Passo vicino al mitico sporting club, poi percorro una strada e dei tunnel sulla costa che mi sembrano quelli del GP ma a dire il vero sono molto disorientato. Spero di arrivare in qualche modo alla famosa S ma non so se ci sono, se l’ho fatta o sto da tutt’altra parte. Ancora tunnel, tornanti, insomma mi sono perso, non riesco a raggiungere dei posti “conosciuti” e non riesco ad uscire da sto cazzo di Monte Carlo. Nel frattempo intorno a me, macchinoni, motoroni, barconi, figoni e sicuramente dei porci italiani che portano i loro soldi all’estero. In conclusione, a Monte Carlo non c’ero mai stato e mai ci ritornerò; l’impressione è pessima, un posto assurdo (non tanto diverso da Gibilterra) iper compresso e senza spazi.
Riesco a venir fuori da quel labirinto di tunnel e tornanti e punto su Nizza la bella. Oggi è sabato e c’è un casino assurdo. Attraverso la città e punto sul lungo mare, è abbastanza scorrevole. Arrivo e supero Antibes, poi Cannes, vorrei fare un giro in centro ma devo fare strada, devo andare avanti e soprattutto inizio a pensare alla notte. Mentre macino (lentamente) km, penso alle varie soluzioni. Primo: non ho soldi, o meglio ne ho pochi. Secondo: volendo spendere o dormo o mangio. Potrei anche risparmiare sul mangiare ma ho bisogno di sentire sotto i denti qualcosa di caldo quindi devo considerare almeno una decina di euro. Nel frattempo inizio a seguire la strada che attraversa il parco dell’Esterel, è una strada molto bella fra colline verdissime, boschi con una tipica macchia mediterranea, insomma se mi accampo da queste parti certamente sto tranquillo. Lo penso ma intanto vado avanti.



Il sole sta calando, sono stanco, ho fame, inizia a fare freschino, penso anche che potrei per disperazione guidare tutta la notte ed arrivare ad Aix (anche se la mia amica è fuori potrei comunque accamparmi in attesa del suo ritorno nel giardino di casa sua). Curva dopo curva arrivo a Frejus. Riconosco il paese. Sempre quest’estate in direzione del Marocco, dopo 24 ore di viaggio avevo una gran voglia di fare un bagno al mare, anche perché non vedevo acqua sempre da 24 ore (durante quel viaggio dovrò abituarmi alla cosa). Usciti a Frejus cercammo di prendere la strada verso Saint-Tropez, cambiammo immediatamente idea una volta vista la fila pazzesca, quindi riprendemmo la corsa verso Gibilterra.
Arrivando in Vespa riconosco la strada e la rotonda dove cambiammo idea, passo vicino il paese e senza rendermene conto i mie occhi cercano insegne di campeggi, in automatico ne seguo una. Esco dal paese ed in poco raggiungo il campeggio che ovviamente è chiuso, un po’ di sconforto, dove cazzo passerò la notte? Proseguo, c’è un'altra indicazione “camping 200 mt”, ovviamente anche qui desolazione però nella guardiola c’è qualcuno, mi dico: anche se fosse chiuso comunque potrei chiedere di utilizzare gli spazzi interni per questioni di sicurezza, ed invece 12,50 e passa la paura. Il camping è aperto, solo ovviamente l’unico cliente, ed è aperto perché i proprietari ci vivono dentro. Ok, non potrò mangiare un piatto caldo ma almeno sono un minimo tranquillo, io nono al sicuro, la vespa è al sicuro ed ho un bagno a disposizione (acqua gelida ovviamente). Si ripensandoci me sarei anche accampato nel bosco per disperazione ma qui è meglio. Scelgo una piazzola riparata da chiome d’alberi ben accavallate fra loro, per il sole (ma no per l’umidità). Inizio a montare la tenta con una luce tenue, è una di quelle tecniche che non uso da 2 anni ed anche se piccola ci metto 30min solo per capire come montarla. Inizia a sentirsi l’umido ed il freddo, devo accendere la frontale per continuare il lavoro ma capito il sistema in 15 min è tutto montato ed io mi sto già riposando. Il tempo di rilassarsi un attimo, mi cambio e sono fuori.



Ora devo risolvere la cena. Punto subito su un Grand Prix, compro un po’ di roba dolce e salata, poi vado verso il paese. Ho voglia di camminare, rilassarmi, vedere gente, bere una birra. Arrivato in centro, vedo che c’è vita (ora), parcheggio e vado a vedere delle bancarelle presenti nella piazzetta centrale.



C’è un po’ di vita, ma il clima è triste, si perché se penso al caldo di quest’estate in questo stesso identico posto ed alla confusione. Poiché dovrò passare una notte in tenda con un clima tendente al freddo decido per una strategia di stordimento, mi ubriaco così non percepisco il freddo (peccato che non ho soldi). Inizio con una birra in lattina, passeggio, inizio ad risentire la fame, nello zaino ho roba da mangiare ma è fredda io invece ho bisogno di sentire in bocca qualcosa di caldo e salato. Girando fra i banchetti la cosa più economica è l’hotdog 3.5eur, mi sbrano il primo, nuovamente alcool, vendono castagne e vin brulè ma non ho i soldi per le castagne o meglio devo decidere quindi vino e un secondo hot dog. Continuo a passeggiare, sono le 20,00 ed il paese inizia a svuotarsi paurosamente, tempo 15min ed in giro non ci sarà più nessuno. Alle 20,30 sono in un bar, l’unico! Rimasto aperto in paese, ordino una birra ma non faccio in tempo a finirla perché anche questo locale sta chiudendo. Sono le 21,00 ed il paese è DESERTO. Ok, rientro al campeggio, sta iniziando a fare freddo e l’umidità si stente tutta. Ci metterò circa 30 min per trovare il campeggio che distava 6km dal centro. Comunque ce l’ho fatto. Il tempo di lavarmi i denti con l’acqua gelida dei servizi, sistemarmi per la notte nel mio sacco a pelo tecnico da -30, tappi per le orecchi, mascherina per la luce e sono in fase REM. Mi sveglio verso 01,30 per sistemare il maglione/cuscino e poi mi riaddormento abbastanza velocemente. Il freddo si sente, sull’unica parte scoperta, il volto. Dà fastidio quindi opto per chiudere totalmente il sarcofago lasciando un buco per la bocca, funziona abbastanza bene a parte sentirmi soffocare ogni tanto. Verso le 04,00 devo uscire dalla tenda per una necessità fisiologica, non me la sento di arrivare sino al bagno quindi l’albero vicino la tenda va benissimo, 1 minuto e sono nuovamente nel sacco. Ed ecco la sveglia, sono 09,30, la nottata è andata bene.


11 Dicembre


Frejus è vicino al mare, quindi l’umidità si fa sentire e vedere ma la tenda è umidiccia soprattutto all’interno. Ovviamente non posso aspettare che si asciughi quindi la metto via così e poi la stenderò questa sera a casa.
Colazione dentro la tenda, passaggio nei bagni ed inizio a sistemare il bagaglio, alle 10.45 sono pronto a partire. La tappa di oggi è molto tranquilla, ieri ho fatto abbastanza strada quindi oggi ne rimane poca, in questo modo potrò godermi un pomeriggio di relax oltre ai giorni a venire. Il campeggio è abbastanza vicino alla “statale”, quindi sono giù sulla via in direzione di Le Muy. Decido di attraversare tutti i paesi passando per il centro, almeno li vedo, ma a Le Muy è in corso un mercatino natalizio quindi giretti per le vie adiacenti e poi ritorno in strada. Temperatura accettabile, variabile soleggiato, traffico scarso, ho voglia di un cappuccino ma procedo, mi fermerò fra un po’. Raggiungo Le Luc, faccio benzina e mi dirigo verso il centro, ora mi merito una vera colazione con qualcosa di caldo. Il paesino è abbastanza grande, prima faccio un giro vedendo un minimo la periferia poi dirigo verso la piazza centrale. 



La messa è appena finita, il prete è sull’uscio a stringer mani e salutare, c’è un po’ di folla. Tutti i bar sono aperti inclusi i negozi vicini fra cui identifico immediatamente la boulangerie. Seduti ai tavoli ci sono molti avventori soprattutto di origine magrebina, questa è una zona a grande immigrazione dal nord-africa. Parcheggio, mi alleggerisco dell’abbigliamento da viaggio e vado a prendermi un bel pan chocolate. Pochi passi verso il bar e il dolcetto è finito, ordino un cappuccino, pago 2,5 euro! e mi siedo ai tavoli esterni per godermi la quotidianità domenicale di quest’angolo di Francia. Osservo la comitiva di magrebini seduti al tavolo, chiacchierano intrecciando frasi e parole in arabo e francese. Il prete continua con i saluti, ed io decido di rimettermi in viaggio. La vespa sta andando benissimo, la velocità di punta è quella aspettata, la risposta dell’acceleratore e del carburatore è buona; una controllata alla cartina ma la strada è abbastanza chiara e ben indicata, ancora qualche curva, salita e discesa ed ancora salita e curva e poi….. eccola la Sainte-Victoire, la montagna di Cézanne. 



Arrivando dall’Italia (anche in autostrada), si può ammirare il versante più bello della montagna che seppur non particolarmente alta, è comunque imponente. E’ una montagna magica, si può facilmente capire quale potere attrattivo avesse su Cézanne; ovviamente scatto una foto alla vespa e sullo sfondo la montagna. La strada è abbastanza dritta e non c'è traffico, ne approfitto per fare un piccolo video e qualche foto in movimento.



Siamo oltre mezzogiorno, inizio ad avere fame proseguo ancora un po’ finché non individuo un baretto. Sono a manetta vedo il localino dove fermarmi, sto quasi per decelerare ed ecco che la vespa ho un singhiozzo, un piccolo buco di carburazione. La cosa è inaspettata, negli ultimi 300 km non c’è stato nessun problema e questo piccolo buco di carburazione è strano. Mi fermo al baretto, mi alleggerisco di tutto l’abbigliamento e do un’occhiata sotto per vedere se c’è qualche gocciolina inaspettata, niente di strano. Entro e mi siedo, ordino una birretta aspetto un pochino e vado a ricontrollare se c’è qualche perdita. Tutto regolare, prendo un po’ di pane e formaggio dallo zaino e ritorno nel bar. Avverto la mia amica, ormai sono a 20 km da Aix, ci diamo appuntamento nella piazza centrale della città. Riparto, la vespa non ha problemi di carburazione e la velocità è regolare, però sono un po’ in ansia, troppo strano. Ormai sto entrando in Aix, seguo le indicazioni “centre ville”, chiedo qualche informazione per non girare a vuoto ed in breve sono nella piazza centrale. La via centrale della città è stata addobbata per le feste natalizie, ci sono bancarelle, giostre e tantissima gente. Parcheggio lungo la strada in modo da poter essere individuato facilmente dalla mia amica, ma anche vicino al parcheggio delle moto, ce ne sono tantissime e non mancano Harley e GS super attrezzate.



Ovviamente qualcuno si accorge del vespino e delle scritte (Rome-Gibraltar), non ho dubbi che si chiederanno se è proprio così, se arrivo da Roma, ma l’abbigliamento ed il bagaglio lasciano pochi dubbi.
Arriva Sophie e rimane senza parole a vedere il mezzo, non è molto pratica e non immaginava con quale mezzo fossi.
Cerchiamo un parcheggio e ce ne andiamo in giro per il centro, aperitivo e passeggiata.



Gira girando in una piazzetta vedo una ts125 ed una Gran Turismo tirate a lucido (a dire il vero c’è anche una vespa nuovo tipo ma rispetto alle altre 2 non conta), mi avvicino, sono molto belle ed hanno targa francese. Seduti al tavolo ci sono i proprietari, sono due ragazzi più o meno miei coetanei entrambi di origini italiane. Ci mettiamo subito a chiacchierare dei mezzi e racconto loro del mio viaggio, siamo talmente presi dalla discussione che io dimentico di avvertire la mia amica che mi sta cercando per la piazza, ed anche con loro le presentazioni passano in secondo piano anzi alla fine ci salutiamo e per la fretta di non far aspettare la mia amica dimentico di scattare una foto e di presentarci ma soprattutto di scambiarci un contatto, ora che la vespa è lì potrebbe ritornare utile avere un contatto con dei vespisti. Riprendo la vespa, prima però faccio benzina dalla tanica



e seguo la mia amica sino al paese dove vive, circa 10 km a Nord di Aix. Lungo la strada cammino normalmente senza tira, stiamo camminando cui 50km/h ed all’improvviso buco di carburazione e la vespa si spegne!! Accosto, vado sulla leva ma non parte, nuovamente sulla leva e si rimette in moto. Riparto, procede normalmente, all’apparenza non percepisco niente di strano. Arriviamo e sistemo la vespa nel cortile, per controllare bene le perdite sistemo sotto la vespa dei fogli di carta in corrispondenza del carter e del carburatore. Dopo la bellezza di 20 anni incontro nuovamente i suoi genitori, sempre molto gentili, cortesi e distaccati. Già vent'anni fa non penso che mi ritenessero tanto normale oggi ne avranno avuto definitivamente la conferma.
Il mattino seguente troverò delle piccole macchie (più o meno 5cm di diametro) in corrispondenza dei buchi di gocciolamento del vano carburatore e del carter, sono macchie di benzina.
Il programma per il giorno dopo c’è l’ascensione al Sainte-Victoire, io a dire il vero preferirei passare la giornata a lavorare sulla mia vespa per controllarla e provarla ma….




Ultimi metri prima della vetta

Sullo sfondo il mitico Golfo del Leone
Wind effect non indifferente con mistral da 40-45 nodi


La sera però rientrati a casa prendo la vespa e vado a fare un giro, una 15ina di km per vedere se ci sono problemi. Parte al primo colpo, piccolo giretto per la via per scaldarla e poi mi dirigo sulla statale e faccio un po’ di km verso Aix. Sembra tutto apposto, non riesco a misurare la velocità massima poiché la strada è tutta salite e discese. Rientro a casa e la lascio raffreddare, (come feci a Genova durante il test della mattina. Dopo un po’ la riprendo e rifaccio un giro, tutto ok. In parte sono tranquillo, in fondo ad Aix ci sono arrivato ed ora la vespa rimarrà un po’ lì. Inoltre come già programmato quando ritornerò mi porterò dall’Italia un po’ di pezzi di ricambio e poi avrò tempo per riflettere sul problema. Nel frattempo preparo la vespa per la sosta, sicuramente un mesetto visto che ci sono di mezzo le vacanze natalizie.
Martedì mattina sveglia alle 7.30, colazione tutti insieme, accompagniamo Anna a scuola (vuole che conosca il suo maestro), finisco di sistemare i bagagli che rimarranno in Francia ed andiamo in aeroporto, non prima di aver scattato una foto alla vespa.


La mia mente è già concentrata a comprendere il possibile problema di carburazione e soprattutto a studiare la prossima tappa: tiro dritto sino a Valencia o faccio tappa a Barcellona? Sono a circa 1800 km da Gibraltar.

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