lunedì 21 novembre 2011

Audax Fortuna Iuvat

Questa seconda tappa è stata caratterizzata dal meteo e dai primi problemi meccanici "seri"; inoltre sono iniziati i trasferimenti Ryan che saranno una costante sino alla conclusione del viaggio (alla fine a Gibilterra ci sarò arrivato in PK50XL + Boing 737).
                                       



Venerdì 18 novembre 2011

Giovedì sera sono a Parma e preparo vespa e bagagli per la mattina seguente, la partenza è programmata per le 10-10.30 con calma.
Da oggi s’inizia a fare sul serio con le temperature, sicuramente sino all'attraversamento dell'Appennino ligure dovrò viaggiare con temperature nell'ordine dei 5°C. Premesso che ci si può vestire anche più leggeri e che uno può scegliere di soffrire o sopportare più o meno il freddo, io preferisco stare bene senza patire il freddo cioè cercando di non avvertire brividi di freddo sul corpo, mani e piedi sono un discorso a parte. L'abbigliamento scelto è il seguente: canottiera mezze maniche in capilene, sotto tuta integrale in pile, pantaloni in cotone pesante, maglia a maniche lunghe pesante in sintetico, pile pesante, copri pantaloni imbottiti antipioggia, giacca da moto imbottita antipioggia, passamontagna pesante, copri collo in pile, copri collo di prolunga casco, calze in lana, calzettoni pesanti, anfibi, sotto guanti in seta, guanti imbottiti anti pioggia e all'occorrenza in presenza di nebbia o umidità o freddo sopraguanti antipioggia.
Vi assicuro che non è un abbigliamento esagerato.
Allora l'obiettivo di oggi è attraversare il 45°parallelo, raggiungere ponte san marco (BS) per un saluto veloce ad un caro amico, ed in fine raggiungere Bergamo prima che faccia buio. Si attraverserà la pianura padana da sud a nord, dalle pendici degli Appennini alle prime colline delle alpi, quindi non è escluso che incontrerò la nebbia.
Alla partenza da Monticelli (PR) la temperatura è bassa ma la giornata è bella, supero Parma e imbocco la strada per Casalmaggiore. Il sole sparisce ed anche l'orizzonte piano piano. Verso Colorno è ormai evidente che a breve sarò nella nebbia, infatti, già sul ponte che attraversa il Po, devo iniziare a pulire frequentemente la visiera per la forte umidità. All'uscita di Casalmaggiore accendo il GPS e procedo lentamente, mancano poche centinaia di metri al 45°, in ultimo accosto ed a passo d'uomo arrivo a 45°00'000". Foto di rito e si riparte. 



La visibilità diminuisce, si alterna fra i 150-500mt, fa freddo, il mio giubbotto è ricoperto di cristalli bianchi, il vento ed il freddo fanno congelare l'umidità. Niente soste, voglio procedere fare km. Ad Asola, quando ormai ho uno stimato sull'arrivo abbastanza certo, entro in paese, ho bisogno di una sosta. Cerco la piazza e vado a godermi una mezzoretta di calduccio in un bar, anche per far asciugare un po’ i vestiti. 



Conosco queste zone, ci ho vissuto per un annetto, e le giornate come questa sono tristi anche se hanno un fascino (ed un silenzio) particolare.

http://www.ivisual.com/victorv/

Riparto, ormai manca poco per uscire dalla zona centrale della pianura padana, quindi a breve dovrebbe iniziare a diradarsi la nebbia. Infatti, ancora pochi km e verso Montichiari inizia a rivedersi il sole, anche la temperatura si rialza. Mi fermo per fare benzina ed in pochi minuti raggiungo il paese dei miei amici; primo obiettivo della giornata raggiunto!
Grandi saluti, un inaspettato pranzo marocchino buonissimo, ed arriva la telefonata dell'amico Stefano vespista bergamasco. Sta diventando una costante, amici che decidono di condividere con me anche brevi tratti di viaggio, e così Stefano che mi scorterà da Ponte San Marco (BS) a Rosciano (BG). Foto di rito e siamo in viaggio. 



Raggiungiamo Brescia ed evitiamo di attraversare la città percorrendo la tangenziale (a me vietata, siamo in ritardo dobbiamo guadagnare tempo). Ricomincia la nebbia e dopo Brescia ci siamo dentro, la statale è trafficata e inizia a far buio. La presenza di Stefano con la sua Star 150 si rivelerà fondamentale, la visibilità in alcuni tratti è 50 mt! anche se l'andatura la faccio io, lui passa avanti per farmi da guida, conoscendo la strada. Seguo quel fanalino rosso augurandomi che non ci siano ostacoli davanti le ruote, e su alcune rotonde quasi lo perdo. Inoltre a causa della visiera fumé devo tenerla aperta, a quel punto mi si appannano gli occhiali. Siamo a Seriate è quasi fatta, la nebbia si dirada e… e vai!!! Bergamo. Ancora qualche minuto e dopo 185km e 07,18 ore sono e siamo a Rosciano, meta della mia deviazione per il Nord-Italia. Un giorno di riposo e pazzeggio e poi si riparte per Genova per ritornare in strada per Gibilterra.





INTERMEZZO BERGAMASCO

Più in alto della vetta.


Domenica 20 novembre 2011


Pronti a ripartire. Tutto comincia sabato sera, inizio a sistemare il bagaglio grosso dividendo quello che devo riportare a Roma da quello che lascerò a Genova a casa dell’amico Michele. Poi sistemo lo zaino con le cose che devono rimanere a portata di mano, inclusi i documenti; giro e rigiro e mi accorgo di avere con me solo la patente di guida. Direte voi, e il problema? A Genova ho un appuntamento importante per le 20,30, l’imbarco per rientrare a Roma (diversamente c’è il treno alle 23,54 per arrivare a Termini all’alba, in quel caso la giornata lavorativa del lunedì sarebbe tristissima). E’ un volo Ryanair e al gate accettano come documenti esclusivamente passaporto e carta d’identità. Inizio a preoccuparmi, penso ad una strategia alternativa.
Dal punto di vista meteo, anche questo week-end di viaggio è stato fortunato, si nebbia, si freddo ma almeno non ha piovuto.
Domenica la sveglia è alle 7, ultima sistemazione del bagaglio, colazione ed inizia la vestizione. Alle 7,55 sono alla vespa, preparo tutto e dopo poco mi raggiunge Stefano, mi seguirà sino al confine di provincia. 

Ponti a partire.


Freddino ma la giornata è soleggiata, in giro poche macchine. Scendiamo verso Bergamo, seguiamo la tangenziale e imbocchiamo la statale verso Dalmine-Gorgonzola. La vespa va benissimo, sono sufficientemente coperto ho giusto freddo alle dita delle mani ma è sopportabile. Seguo Stefano, conosce la strada e va sicuro sulle varie deviazioni. Rotatorie, semafori, rettilinei, ci scambiamo qualche battuta durante i rossi. Siamo ormai vicini a Vaprio d’Adda, superiamo il ponte sul fiume e ci fermiamo per la foto poi proseguiamo sino alla piazza del paese. 



Cerchiamo un bar e beviamo qualcosa di caldo, è arrivato il momento dei saluti; anche in questo viaggio un altro vespista mi ha affiancato per percorrere un po’ di strada insieme, è molto piacevole.
Lasciato Vaprio, inizio a vedere in lontananza segni di nebbia, ci risiamo, sto per riattraversare la pianura padana ed anche oggi la nebbia mi farà compagnia. A Gorgonzola ci sono dentro in pieno, la visibilità però è discreta siamo sui 200 mt. In alcuni punti però è più intensa, ed in quei momenti la paura di essere investiti è tanta, purtroppo percorro le statali e molto spesso non strade strette e con un buon volume di traffico. Inoltre devo fare moltissima attenzione alle continue insidie presenti a bordo strada: animali morti di piccole e grandi dimensioni, più o meno maciullati, sconnessioni notevoli del terreno, tutti ostacoli che m’impongono uno spostamento verso il centro strada, insomma mi rendo conto che la strada vista e vissuta con un mezzo piccolo è proprio pericolosa. Dopo Gorgonzola devio per Melegnano, la strada è abbastanza semplice, anche se ogni tanto per maggior sicurezza controllo sulla cartina. Per ora penso solo a camminare, anche se avrei voglia di una sosta (anche fisiologica), preferisco fare strada almeno sino al 50% del percorso così da poter avere uno stimato sull’arrivo visto che sono obbligato dagli orari. Raggiungo Melegnano, faccio benzina, durante la sosta degli harleysti mi guardano come se fossi una bestia rara, in fondo anche loro sono in giro con questo clima infernale (certo sulle loro fincate non c’è scritto da Roma a Gibilterra). M’immergo nuovamente nella nebbia, mi sembra strano leggere ad ogni incrocio le indicazioni per Milano e leggere i cartelli di alcuni paesi do so esserci amici o luoghi di lavoro di amici, insomma ogni tanto mi chiedo ma dove cazzo sono arrivato, sono a Milano e ci sono arrivato con un vespino. Insomma mi sembra strano. Raggiungo Siziano e devio nuovamente per Pavia, nebbia nebbia e nebbia. Tangenziale di Pavia, nebbia. Lascio la tangenziale, nebbia. Attraverso nuovamente il Po e non vedo assolutamente niente, nebbia fitta. Si continua ma devo fare attenzione alla deviazione per Lungavilla e Voghera, dal tachimetro noto una cosa strana a manetta faccio poco più di 50km/h (dovrebbe fare 60km/h tondi tondi), e tende a diminuire. Avverto uno strano rumore sullo scarico, la vespa sembra borbottare. Raggiungo la rotonda di Bottarone da cui diparte la strada verso Voghera, accosto, spengo la vespa e vedo che sotto c’è una piccola chiazza di benzina, c’è qualche goccia che viene giù dai buchetti dello scomparto carburatore, vado a svuotare anche il mio serbatoio e rimetto in moto, niente! Ancora sulla leva, niente!! 

Rotonda di Bottarone: primo stop, iniziano i problemi. Questa inoltre è l'ultima foto del viaggio verso Genova, da questo momento in  poi avrò altre cose a cui pensare!

Osservo, controllo, qualche verifica semplice, nuovamente sulla leva e parte, ok bene ma c’è qualcosa che non va (sms alla’amico Stefano). Imbocco la strada ma la vespa non va bene, borbotta e la velocità di punta è 45km/h. Supero una pista kart e vedo che stanno girando, penso che li potrebbero aiutarmi, sicuramente ne capiscono più di me di meccanica ed inoltre hanno tutto l’occorrente come attrezzi (più di quelli che ho io dietro), grande idea ma come un COGLIONE!!!! non lo faccio. Proseguo qualche km e nel frattempo rifletto, quel tipo di problema mi fa pensare alla marmitta o alla candela, mi fermo nuovamente e smonto la candela (anche questa volta messa la vespa sul cavalletto vedo sotto benza). E’ da Livorno che sto usando un olio minerale del cazzo, economico, e per questo ho portato la percentuale al 4-4,5%. Effettivamente la candela presenta stalattiti e stalagmiti di incrostazioni d’olio, non perdo tempo a pulirla e monto la nuova, poi la pulirò. Si riparte, sembra andare ma dopo un po’ ci risiamo. Nel frattempo mi accorgo che anche la carburazione presenta problemi, mi viene da pensare che le incrostazioni accumulatesi nei precedenti 350km devono aver fatto un po’ di casino nella camera di scoppio, nel collettore e nella marmitta, e questo in qualche modo sta avendo effetti anche sulla carburazione. Raggiungo la periferia di Voghera e all’altezza dell’Ipermercato di Montebello mi fermo sotto la pensilina di un benzinaio per fare un po’ di manutenzione. Provo a chiamare l’amico Stefano e l’amico Ruggero di Carrara (compagno della prima tappa), non rispondono. Procedo allo smontaggio del carburatore e arrivato al collarino scopro che non ho con me la 8, ma allora sono proprio coglione!! Ai vari avventori del self-service chiedo se si ritrovano una 8, ovviamente nessuno ce l’ha tranne un ragazzo che ne ha diverse ma non quella, però mi dà una dritta. Nelle vicinanze (150mt) c’è l’ipermercato ed è aperto. Via all’iper, ovviamente lascio la vespa smontata, gli attrezzi a terra e i bagagli sparsi (ad eccezione dello zaino con effetti personali) al self e metto sulla vespa un avviso (SI PREGA DI NON TOCCARE, SONO AL SUPERMERCATO PER ACQUISTARE L’OCCORENTE PER AGGIUSTARLA), ovviamente ero pronto a ritrovare al ritorno la metà delle cose che avevo lasciato e una pattuglia dei carabinieri. Compro una 8 a tubo snodabile, guanti in lattice, una tanica seria con beccuccio (in sostituzione della lattina usata sino ad ora e di un collo di bottiglia tagliato come imbuto) e un bel trancio di pezza panna e gorgonzola. Al mio ritorno c’è tutto e la pubblica sicurezza non è stata chiamata.
Procedo all’operazione, smonto e ripulisco il carburatore (orma è chiaro che sono un coglione, non controllo spillo e galleggiante, anche perché lo spillo e tutte le guarnizioni le ho cambiate prima della partenza), controllo bene la guarnizione della vaschetta, soffio i getti, sostituisco il tubo della benzina (cambiato prima della partenza ma sento che è rigido), elimino la miscela vecchia e metto la nuova (al 3% con olio sintetico buono, che ho usato sin dal long-test range sino a Livorno). Ovviamente la vecchia miscela non l’ho buttata, l’ho travasata nella vecchia tanica che ho lasciato al self con la descrizione di che cos’era, magari qualcuno la prende per il trattorino o la motosega. Rimonto il tutto e accendo, faccio un po’ di prove da fermo, va bene ma ho l’impressione che la marmitta è intasata, non raggiunge i giri massimi e quando è a manetta non scoppietta bene. Ok marmitta intasata, mi viene da pensare; faccio qualche buco e riprovo, sembra andare bene. Rimetto su i bagagli, mi rivesto e via.
Tangenziale di Voghera, va bene, si cammina a 55km/h. Inizio a costeggiare l’autostrada e nuovamente iniziano i problemi, NOOOO CAZZOOOO!!!! Nel frattempo vedo alla mia destra il cartellone del 45° parallelo, ora so che passa proprio su Voghera. La vespa si spegne e riaccende, sembra ingolfarsi, soffocarsi, a quel punto chiudo l’acceleratore aspetto che si riprenda e poi riapro, ogni tanto si spegne ma la riaccendo con la spinta che ha. Procedo così sino a Pontecurone. Nel frattempo inizio a pensare, sono pensieri foschi, negativi: sono nel niente o così mi sembra, la nebbia mi fa sentire perso isolato. Penso che se dovesse lasciarmi sarebbe un casino rientrare a Roma in giornata/nottata. Penso che sarebbe un casino recuperarla o aggiustarla. Penso che forse potrei chiedere ospitalità e l’indomani cercare un meccanico. Penso ma che cazzo sto facendo, era ovvio che sarebbe finita così. Sono pensieri negativi, molto negativi che si abbattono come colpi di mannaia sulla mia determinazione sulla mia motivazione, la fanno vacillare.
Entro in paese e mi guardo intorno, cerco con lo sguardo un ombra umana, un copro verso cui tendere e chiedere aiuto; non c’è anima viva in giro. Arrivo all’uscita del paese e mi fermo su un marciapiede; mi rimetto all’opera. Solita perdita di benzina (ma lo spillo non mi viene in mente, fermo in quel corto circuito mentale del: è nuovo, non può essere). Questa volta mi concentro sulla candela, e sulla marmitta. Smonto anche la cuffia per vedere se ci sono perdite. Inizio a trasformare la marmitta in un groviera. Mi sento telefonicamente con Stefano e con la famiglia. La vespa riparte, mi vesto e via nuovamente.
La vespa è un pochino migliorata, noto che è un po’ più scarburata, fa più rumore ma va. Supero Tortona, la nebbia inizia a diradarsi e si vede una circonferenza grigiastra in cielo. Inizia la salita verso l’appennino, si va bene e la velocità è sui 50-55km/h, la cura funziona. Penso che se avessi un oggetto migliore del cacciavite per fare un bel buco alla marmitta forse andrebbe ancora meglio. Sulla sinistra vedo un muratore al lavoro, mi fermo. Mi levo il casco e chiedo al signore se può prestarmi la mazzetta e lo scalpello, spiegandogli il problema. Mi mette in mano i due attrezzi e procedo all’operazione, pianto due scalpellate a destra e a sinistra (la marmitta ormai è andata, stì cazzi, ora non è un problema). L’omino mi chiede chi sono e cosa sto facendo, ovviamente rimane a bocca aperta e mi augura buon viaggio. Accendo la vespa ed ovviamente fa un casino del diavolo.
Si riparte, sempre in salita, il sole ormai si vede ed il cielo è blu. Inizio ad entrare nelle strette gole dell’appennino ligure. La vespa inizia ad andare maluccio, è sempre più scarburata soprattutto a bassi regimi ed alti regimi, nel mezzo molto meno. Si sale e va sempre peggio, fa proprio un casino del diavolo. Quando attraverso i paesi vedo la gente che si gira a guardare e penso anche a bestemmiarmi. Inizio a leggere nomi di paesi con “Scrivia”, dai dai ci sei non manca molto, ma la vespa va male. Prima di Busalla mi fermo, devo fare benzina e voglio fare un controllino sino a che c’è ancora un po’ di luce. Ovviamente la vespa non riparte, sembra ingolfata ma non si capisce, è molto difficile metterla in moto. Nel frattempo invio un sms a Michele a Genova. La vespa riparte, va malissimo ma cammina. Inizia la discesa, metto all’opera un sistema, chiudo la benz per un po’, poi la riapro e via così. Giù sempre più giù, discesa discesa lungo vallate strette. Passo dei ponti bassi e all’improvviso il cartello GENOVA!!!!! Bene ci sono arrivato ma non siamo a niente. Ora devo attraversare la città ed il suo traffico con una vespa in condizioni assurde, inoltre devo riuscire a trovare la via. Fra vari casini riesco a raggiungere il lungo mare, mi si accosta una volante, faccio segno che la vespa è out. Ovviamente non ci sentiamo per il casino della marmitta, faccio anche capire che non posso fermarmi (loro non mi avevano intimato l’alt, in quel caso mi sarei fermato). Ad un certo punto devo fermarmi, ho bisogno di indicazioni per raggiungere il quartiere dove vive Michele. Mi dovrò fermare 3 volte ed ogni volta sarà un impresa ripartire con un lago (ormai) di benz sotto la vespa. E’ una corsa contro il tempo, devo raggiungere Michele, sistemare la vespa e correre in aeroporto. Grazie alle ottime indicazioni di Michele riesco a raggiungere il suo quartiere, lui inoltre mi viene incontro in bici per guidarmi nel dedalo delle ultime vie.
Ora è veramente fatta! Sistemiamo la vespa, i bagagli e in pochi minuti siamo in moto in autostrada in direzione dell’aeroporto. Grande Michele, oltre al servizio parking mi fa anche da tassista; dovrò sdebitarmi a dovere.
Arriviamo in aeroporto e purtroppo non è ancora finita, c’è il problema del documento che non ho. Aspetto che il personale apra il gate e mi metto in coda fra gli ultimi così da poter implorare l’addetto in caso di problemi, ricorrendo se necessario alle lacrime. Arriva il mio turno, il personale NON E’ quello ryan, porgo la carta di imbarco con la patente di guida e… sono nel piazzale in cammino verso il 737. Messaggio all’amico Michele, messaggio agli amici a Bergamo e messaggio alla famiglia. Anche questa tappa si è conclusa, ed è stata veramente un avventura. Da domani inizierò a pensare ai problemi meccanici, a come risolverli e ad organizzare il viaggio verso la Francia, in particolare delle conoscenze a Ventimiglia per un pernotto e una cara amica ad Aix per la sosta della vespa.


P.S. Suggerimenti per i problemi tecnici?

N.B. Devo il mio ringraziamento all'utente Areoib del forum di vesparesource.com per lo strumento VR Googlemap. Inoltre devo ringraziare il sito vesparesource.com e gli utenti del suo forum, senza di loro queste due prime tappe sarebbero state molto ma molto diverse, in peggio ovviamente. Grazie di cuore.

2 commenti: